Marinella Galletti GLI STORMI NEL CIELO MEF L’ Autore Libri 2011 Romanzo
L’ introspezione di un giovane uomo rassegnato, senza ideologie e senza speranze reali…
Roberto Roda: “…Le pagine si rincorrono nella discesa terribile nel mondo della droga. Lungi dall’ essere un compiacimento di situazioni realistiche, sono un meccanismo per raccontarci l’inferno , e nonostante il realismo, l’ elemento simbolico continua a fare capitolino in questo racconto … Biblioteca Ariostea, Ferrara, 06/10/2011
Pamela Villoresi: “…E’ bellissimo ma terribilissimo. L'ho finito (e ne sono contenta perchè è bello e scritto da Dio) nonostante mi facesse stare insopportabilmente male. Brava …” Pamela Villoresi, marzo 2012
Giorgio Celli: “… Lo stile è quello della “conversazione ritrovata”: il “parlato simulato”. Descrizione quanto mai puntuale: se lo scopo di ogni romanzo è quello di creare una persona che prima non esisteva e dopo esiste nell’ immaginario collettivo, è raggiunto in modo felice da Marinella. Dopo aver letto il suo romanzo, sappiamo che questa persona ora esiste e lo riconosciamo … in molte persone che incontriamo per strada e nei molti luoghi probabili o improbabili …” aprile 2011, Sala Zarri, Cento
Gianni Cerioli: “… Prospettiva del tutto soggettiva di un io narrante che svia continuamente dalla realtà per trincerarsi in un mondo di percezioni … Il lettore entra in questo gioco delle piccole porzioni di testo che descrivono un universo frantumato …” Il Resto del Carlino, FE, 06/10/2011
Luciano Nanni: “…La droga: per sfidare la vita? (cap. 34). È questo il punto: il rapporto tra l’io e l’esistenza come un unicum non ripetibile, la droga con significato di apparente libertà, invece luogo illusorio … Si pensa di dominare e si è dominati (cap. 43), e tuttavia nella droga si rivela il senso di una rivolta che finisce nel non-senso, poiché si estingue prima o poi l’impressione di onnipotenza …” giugno 2011, Literary
Monica Florio: “…L’ Autrice si serve di un linguaggio secco ed incisivo per scolpire un personaggio sfrontato quanto sensibile, impermeabile alle istanze di una società ipocrita che si nutre di falsi miti”… settembre 2011, Literary
Cecilia Mosca: "Nel protagonista Lago ho trovato anche qualche aspetto di me (non nella droga, ovviamente!), della generazione della quale faccio parte, del modo di vivere odierno. E' difficile collocare Lago nello spazio o nel tempo, ma ogni lettore si può identificare, può interrogarsi su di sé e sul mondo che lo circonda, può farsi delle domande. Nel libro "Gli stormi nel cielo", che mi ha colpito per la prosa coinvolgente e la brevità dei capitoli, ho trovato molti echi di un romanzo spagnolo, "La soledad era esto", di Millás, un libro che faccio leggere spesso agli studenti delle quinte e che vede come protagonista una quarantenne che fa uso di droghe; mutatis mutandis, sarebbe interessante studiare i parallelismi, magari in un corso scolastico o universitario. Complimenti di nuovo! E' stato un libro coinvolgente, la cui lettura avevo destinato alle vacanze in montagna, ma non ho resistito .... “
Caroline Allais: "Una storia molto forte e una costruzione originale. Una lingua non banale, un punto di vista audace e un percorso svolto fino in fondo, tappa dopo tappa, verso un esito in cui verificare che la letteratura può e deve continuare ad educare"
Dalla presentazione di Giorgio Celli: “…E’ la storia di un giovane del nostro tempo, senza ideali, vuoto di tutto. Un vuoto in cui perseguire, come unica strada per cercare di sopravvivere al vuoto stesso, il ricorso alla droga, il demone diffuso che suggerisce l’ uso continuato della droga come unico modo di ottenere emozioni che vadano al di là della banalità di come si conduce la vita. Un personaggio che potremmo chiamare, amaramente, un eroe dei nostri tempi: lo incontriamo ovunque, nei bar, sugli autobus, ci sfiora per strada… Lo stile è quello della “conversazione ritrovata”. Somiglia molto alla conversazione reale della vita, ma non lo è. Marinella descrive la vita, ma non dovete pensare che abbia preso il “parlato” e lo abbia messo lì, sarebbe troppo ingenuo: si tratta di una simulazione attenta e puntuale di quello che è il “parlato”: il “parlato” simulato…” Descrizione quanto mai puntuale, che viene fuori perfettamente: se lo scopo di ogni romanzo è quello di creare una persona che prima non esisteva e dopo esiste nell’ immaginario collettivo, è raggiunto in modo felice da Marinella. Il suo progetto mi è stato subito chiaro: sta al lettore la soluzione a questo frammento intollerabile di vita che mostra due sole possibilità: il cambiamento, oppure la morte. Perciò tendiamo ad immaginare il cambiamento come vera necessità, uscita da questo stato di cose…”.